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Document 52009DC0623
Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions - Elements for a new partnership between the EU and the overseas countries and territories (OCTs)
Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Elementi di un nuovo partenariato tra l'UE e i paesi e territori d'oltremare (PTOM)
Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Elementi di un nuovo partenariato tra l'UE e i paesi e territori d'oltremare (PTOM)
/* COM/2009/0623 def. */
[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE | Bruxelles, 6.11.2009 COM(2009) 623 definitivo COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Elementi di un nuovo partenariato tra l'UE e i paesi e territori d'oltremare (PTOM) 1. Introduzione I paesi e territori d'oltremare[1] (PTOM) sono associati alla Comunità europea nel quadro di un regime basato sulle disposizioni della quarta parte del trattato CE e sulle norme e procedure dettagliate attualmente stabilite dalla "decisione sull'associazione d'oltremare" del 27 novembre 2001[2]. La decisione del Consiglio del 2001 si basa però su un'impostazione analoga a quella seguita per la cooperazione tra l'UE e gli Stati ACP, nonostante esistano differenze significative tra gli Stati ACP e gli attuali PTOM. Per avviare una discussione aperta sul caso, allo scopo di sostituire tale impostazione con una più adeguata alle esigenze specifiche dei PTOM, al loro potenziale e alla loro particolare relazione con l'UE, la Commissione ha adottato il 25 giugno 2008 il Libro verde "Le future relazioni tra l’UE e i paesi e territori d’oltremare"[3]. La presente comunicazione fornisce una panoramica dei risultati della consultazione pubblica lanciata dal Libro verde e illustra la posizione della Commissione sugli elementi principali di un nuovo partenariato tra l'UE e i PTOM, sulla cui base si possa continuare a lavorare, nel periodo 2011-2012, per sostituire l'attuale decisione sull'associazione d'oltremare al momento della sua scadenza, il 31 dicembre 2013. Secondo la Commissione, la relazione speciale tra l'UE e i PTOM dovrebbe fondarsi non più sull'impostazione classica della cooperazione allo sviluppo, ma piuttosto su un partenariato reciproco, volto a favorire lo sviluppo sostenibile dei PTOM e a promuovere i valori e le norme dell'UE su scala mondiale. Tenendo conto delle risposte fornite in occasione della consultazione pubblica, in particolare dai PTOM e dai quattro Stati membri a cui essi sono legati (Danimarca, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito), la Commissione ritiene opportuno concentrarsi sul rafforzamento della competitività e della capacità di adattamento dei PTOM, nonché sulla loro cooperazione con altri partner, senza tuttavia dimenticare le caratteristiche specifiche dei PTOM. 2. La consultazione pubblica sulle future relazioni tra l'UE e i PTOM La consultazione pubblica lanciata dal Libro verde si è svolta dal 1° luglio al 17 ottobre 2008[4]. La Commissione ha inoltre organizzato a Bruxelles, il 3 ottobre 2008, una conferenza dei soggetti interessati[5], al fine di presentare le questioni sollevate nel Libro verde. Infine la Commissione, i PTOM e gli Stati membri ad essi legati hanno discusso sul Libro verde in occasione del Forum annuale dei PTOM del 28-29 novembre 2008[6]. I contributi ricevuti in risposta al Libro verde e le discussioni svoltesi in occasione della conferenza dei soggetti interessati e del Forum dei PTOM del 2008 rivelano un ampio consenso tra le parti direttamente interessate su una serie di questioni generali[7]. È molto diffusa l'opinione secondo cui l'attuale impostazione dei rapporti tra l'UE e i PTOM, imperniata sulla lotta contro la povertà, non corrisponde più alla realtà e andrebbe sostituita con una nuova strategia, centrata sulla relazione unica tra i PTOM e l'UE. Il nuovo approccio dovrebbe tener conto delle specificità dei PTOM, in particolare del loro sviluppo economico e sociale, della loro diversità e vulnerabilità, nonché della loro importanza dal punto di vista dell'ambiente. Dovrebbe inoltre mirare a rafforzarne la capacità di adattamento e la competitività, specialmente all'interno delle rispettive regioni. Uno dei messaggi fondamentali è che i PTOM, in quanto avamposti dell'Europa nelle varie zone del mondo, vanno considerati risorse e non pesi per l'UE. In molti contributi si sottolinea che la solidarietà tra l'UE e i PTOM dovrebbe basarsi sul fatto che tutti gli abitanti dei PTOM sono in linea di principio cittadini dell'UE[8], in quanto cittadini degli Stati membri ad essi legati, e sulle strette relazioni derivanti dalla storia e dalle tradizioni costituzionali comuni. Si sostiene che la nuova associazione dovrebbe concentrarsi sul potenziale dei PTOM, pur tenendo conto della loro vulnerabilità, invece che sulla lotta contro la povertà. Secondo alcuni questo significa anche che i PTOM non dovrebbero essere in futuro 'svantaggiati' dal punto di vista dell'assistenza finanziaria della Comunità, ma anzi il loro accesso ai finanziamenti dovrebbe essere in generale agevolato. La consultazione pubblica ha inoltre confermato i problemi e il potenziale dei PTOM dal punto di vista dell'ambiente e gli interessi reciproci dell'UE e dei PTOM in questo settore. Molti sottolineano l'importanza che rivestono i PTOM, con la loro ricca biodiversità, nel patrimonio ambientale mondiale e suggeriscono che potrebbe essere utile considerare i PTOM come laboratori per studiare gli effetti del cambiamento climatico o per svolgere progetti pilota in materia di ambiente. Molti degli interessati hanno consigliato di mettere a disposizione risorse specifiche (e supplementari) per la protezione dell'ambiente nei PTOM, per la lotta contro il cambiamento climatico e per la riduzione del rischio di catastrofi. A fronte di una richiesta generale di accrescere il 'partenariato' tra l'UE i PTOM, solo pochi contributi affrontano la questione delle effettive responsabilità che ciò comporterebbe per gli stessi PTOM. D'altra parte, molti chiedono che i PTOM siano maggiormente presi in considerazione e anche più direttamente coinvolti nel processo decisionale dell'UE in settori che possano riguardarli. Diversi contributi indicano l'esigenza di aiutare i PTOM a diventare più competitivi, ad esempio creando centri di eccellenza, potenziando la cooperazione e l'integrazione regionali, rafforzando il ruolo svolto dai PTOM in quanto avamposti dell'UE nelle rispettive regioni, semplificando le norme di origine e i requisiti sanitari e fitosanitari per le importazioni nella Comunità e così via. Malgrado l'importanza attribuita alla cooperazione regionale, risulta che il grado della partecipazione di ogni PTOM ai processi di integrazione regionale, laddove possibile, dipende dagli effettivi vantaggi che ne deriverebbero per ciascuno dei partner. Quasi tutti chiedono una nuova impostazione in grado di attribuire la dovuta importanza alla diversità dei PTOM. Per quanto riguarda, in particolare, le questioni commerciali, si sottolinea che ogni PTOM si trova in una situazione diversa: si sostiene quindi fortemente l'esigenza di una maggiore flessibilità per poter rispondere alle difficoltà specifiche di ciascuno dei PTOM. Tuttavia, tra coloro che chiedono una maggiore diversificazione molti insistono al tempo stesso per mantenere un quadro generale coerente per tutti i PTOM. 3. Un nuovo partenariato tra l'UE e i PTOM Se lo scopo dell'associazione dei PTOM alla Comunità deve rimanere quello previsto dall'articolo 182 del trattato CE, la logica su cui si basa la decisione sull'associazione d'oltremare del 2001 dev'essere sostituita con un'impostazione più moderna; occorre in particolare tenere conto del consenso espresso dai PTOM e dagli Stati membri a cui essi sono legati sull'idea che la solidarietà tra l'UE e i PTOM debba basarsi sulla loro relazione speciale e sulla loro appartenenza alla stessa 'famiglia europea'. Da questo punto di vista, la Commissione ritiene che l'associazione debba mirare in generale ad assicurare lo sviluppo sostenibile dei PTOM ed a promuovere i valori e le norme dell'UE nel mondo. Da un lato, per l'indispensabile solidarietà dell'UE nei confronti degli abitanti dei PTOM – che sono in generale cittadini europei, in quanto cittadini degli Stati membri legati ai PTOM – l'UE dovrebbe promuovere lo sviluppo sostenibile dei PTOM nelle sue dimensioni economica, sociale e ambientale; dall'altro, la relazione speciale che unisce l'UE e i PTOM e il fatto che questi ultimi siano disseminati in varie parti del mondo possono fare della loro associazione con l'UE un canale privilegiato per promuovere valori e norme dell'UE su una base geografica più ampia possibile. La Commissione è quindi convinta che le future relazioni debbano basarsi maggiormente sulla reciprocità e sui comuni interessi. In questa logica, la futura associazione dovrebbe mirare ad accrescere la competitività dei PTOM, rafforzarne la capacità di adattamento e promuovere la loro cooperazione con altri partner delle regioni in cui sono situati, nell'UE e al di fuori di essa. L'attuale relazione tra donatore e beneficiario dell'aiuto dev'essere pertanto sostituita da un nuovo quadro di cooperazione. A questo proposito, esempi interessanti sono offerti dalle politiche interne della Comunità, in particolare dalla sua politica regionale. Ciò non significa che tali politiche, o parti di esse, vadano applicate in quanto tali ai PTOM, né che i PTOM debbano essere inseriti nell'ambito di applicazione di tali politiche: le norme e procedure dettagliate per l'associazione dei PTOM alla Comunità dopo il 2013 dovrebbero invece continuare a basarsi sull'articolo 187 del trattato CE, ma al tempo stesso dovrebbero ispirarsi a formule applicate con successo nell'attuazione delle politiche interne della Comunità. In particolare è importante notare che la politica regionale della Comunità, applicata a ciascuna delle 271 regioni dell'UE, costituisce un unico quadro politico che però tiene conto della profonda diversità di queste regioni. Un'attenzione specifica andrebbe inoltre dedicata alla strategia seguita dall'UE riguardo alle regioni ultraperiferiche, che è il risultato di un'impostazione globale e coerente applicata a tutte le politiche comunitarie. L'evoluzione dell'attuale relazione tra donatore e beneficiario dell'aiuto in direzione di un nuovo partenariato dovrebbe implicare un cambiamento delle modalità dell'assistenza finanziaria ai PTOM dal 2014 in poi, fatte salve le discussioni sul futuro quadro finanziario. Da questo punto di vista, una fonte d'ispirazione potrebbe essere offerta dai Fondi strutturali, soprattutto dall'impostazione strategica della politica di coesione e dalla conseguente concentrazione tematica e finanziaria nell'attuale periodo di programmazione. Inoltre, come in molti casi avviene già oggi, l'assistenza finanziaria della Comunità ai PTOM dovrebbe servire unicamente a cofinanziare i programmi, dato che il contributo offerto dagli stessi PTOM o degli Stati membri ad essi legati garantisce il coinvolgimento dei PTOM nei programmi. Nonostante questo, la Commissione riconosce che potrebbe essere giustificato mantenere una strategia anti-povertà in alcuni PTOM, tenendo conto che alcuni di essi presentano attualmente le condizioni per beneficiare dell'aiuto pubblico allo sviluppo[9]. Occorre tuttavia confrontare le effettive esigenze di sviluppo di tali PTOM a quelle degli altri beneficiari di aiuti comunitari e redigere un elenco dei PTOM in questione. Gli aiuti comunitari allo sviluppo dovrebbero quindi essere forniti, eventualmente, soltanto a un numero molto limitato di PTOM. Ovviamente questo non dovrebbe compromettere in alcun modo la possibilità che i PTOM beneficino di altre forme di assistenza finanziaria destinate a sostenere gli obiettivi dell'associazione PTOM-CE. 3.1. Tre obiettivi centrali adattati alla specificità dei PTOM 3.1.1. Accrescere la competitività La promozione della competitività dei PTOM dovrebbe essere uno degli obiettivi centrali della futura associazione fra i PTOM e l'UE. Privilegiando fattori di competitività quali l'istruzione e la formazione professionale, il progresso tecnologico e l'innovazione, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, la stabilità macroeconomica, lo stato di diritto, la buona governance (anche nel settore fiscale), istituzioni trasparenti e funzionanti e un solido quadro politico a sostegno delle piccole e medie imprese (che consenta a queste ultime in particolare di acquisire tecnologie e di sviluppare progetti di investimento), nonché la gestione sostenibile e la valorizzazione dei beni ambientali, i PTOM potrebbero aumentare le loro possibilità di divenire centri di eccellenza a livello regionale. Sotto questo aspetto la cooperazione mirata delle comunità imprenditoriali può svolgere un ruolo importante. 3.1.2. Aumentare la capacità di adattamento Il secondo obiettivo principale dovrebbe consistere nel ridurre la vulnerabilità dei PTOM, piuttosto che nel combattere la povertà come avviene oggi. Le risposte al Libro verde hanno indicato che l'impostazione tradizionale della cooperazione allo sviluppo non è adatta ad affrontare le reali difficoltà dei PTOM. È essenziale aumentare la capacità di adattamento dei PTOM, anche perché la loro vulnerabilità li ostacola nello sviluppo del loro potenziale. Fatta salva la situazione specifica dei PTOM meno sviluppati, la futura associazione potrebbe quindi concentrarsi sul miglioramento della capacità dei PTOM di rispondere agli shock economici, alla dipendenza energetica e alle sfide ambientali, attenuando inoltre la loro estrema vulnerabilità rispetto alle conseguenze delle catastrofi naturali. 3.1.3. Promuovere la cooperazione Promuovere la cooperazione tra i PTOM e altri partner dovrebbe essere il terzo obiettivo chiave della futura associazione. Oltre a consolidare lo sviluppo sostenibile dei PTOM, tale cooperazione è essenziale se i PTOM vogliono contribuire a promuovere i valori e le norme dell'UE nel mondo, soprattutto nei paesi vicini. In particolare, nel contesto dei processi di integrazione regionale in corso nelle regioni ACP e degli accordi di partenariato economico (APE) tra l'UE e le regioni ACP, è vitale che i PTOM si integrino nei mercati regionali e mondiali e cooperino attivamente con altri partner, laddove possibile, per sfruttare il potenziale del loro sviluppo sostenibile e per trarre i massimi vantaggi dalla globalizzazione, minimizzandone le incidenze negative. Una cooperazione più intensa potrebbe anche aumentare la capacità dei PTOM di attenuare la propria vulnerabilità, ad esempio tramite economie di scala, iniziative per la riduzione del rischio di catastrofi o per la protezione dell'ambiente a livello transfrontaliero; potrebbe inoltre promuovere gli scambi culturali e aumentare la comprensione reciproca, il rispetto per la diversità e il rispetto dei valori fondamentali; potrebbe infine far sì che le competenze dei PTOM contribuiscano al sostegno dell'UE ai paesi in via di sviluppo. 3.2. Principi e assi di cooperazione basati su un nuovo approccio Per raggiungere i tre obiettivi delineati, che sono in larga misura correlati, la Commissione ha identificato alcuni principi e assi di cooperazione, che non sempre interessano nella stessa misura ogni PTOM, ma vanno interpretati in funzione della situazione specifica di ciascuno di essi. Inoltre, fatto salvo il prossimo quadro finanziario, andrebbe studiato il modo migliore per utilizzare l'assistenza tecnica e finanziaria della Comunità al fine di conseguire gli obiettivi dell'associazione, con la debita attenzione al coordinamento con gli strumenti finanziari destinati alle regioni ultraperiferiche vicine, agli Stati ACP o ai paesi terzi interessati. Ci si potrebbe inoltre chiedere se per i PTOM siano più adatti programmi comunitari orizzontali, ai quali essi hanno accesso in linea di principio, analoghi all'approccio diretto o indiretto utilizzato in certi casi nei confronti delle regioni ultraperiferiche (come il programma specifico 'capacità' nell'ambito del Settimo programma quadro di ricerca). Inoltre, poiché i PTOM spesso sottolineano le difficoltà da essi incontrati per le loro piccole dimensioni che ne limitano le capacità istituzionali, gli stessi PTOM e gli Stati membri ad essi legati dovrebbero porsi come obiettivo prioritario la soluzione di questi problemi, se necessario con l'aiuto dell'UE. Nella stessa prospettiva, i PTOM (e/o gli Stati membri ad essi legati) dovrebbero dotarsi delle capacità necessarie per seguire gli sviluppi delle politiche comunitarie di loro interesse, e per raccogliere i dati statistici necessari all'elaborazione di una diagnosi consolidata della loro situazione sociale, economica e ambientale e alla conseguente definizione di politiche e strategie adeguate. 3.2.1. Centri di eccellenza e di competenza Sulla base di una precisa diagnosi delle sfide e delle opportunità di ogni PTOM nella sua regione, la futura associazione dovrebbe stimolare la definizione di un quadro politico per una strategia di crescita orientata verso l'esterno, seguendo un'impostazione partecipativa tra autorità pubbliche, settore privato e società civile. Una volta identificati i vantaggi comparativi di ogni PTOM, la futura associazione dovrebbe fornirgli i mezzi per svilupparli ulteriormente, almeno fino a raggiungere il livello delle norme comunitarie, nella prospettiva di condividere l'eccellenza e la competenza acquisite con altri PTOM, con i paesi vicini e in particolare con i paesi in via di sviluppo e con altri partner interessati. Tali eccellenze e competenze potrebbero essere altresì condivise con l'UE, laddove opportuno. 3.2.2. Norme e standard comunitari Oltre a promuovere i PTOM in quanto centri di eccellenza, la futura associazione dovrebbe incoraggiare e assistere tutti i PTOM (finanziariamente o in altro modo) ad 'aggiornare' la normativa locale nei settori politici rilevanti, allineandola con l' acquis comunitario se l'attuale livello è inferiore. Tale processo dovrebbe essere sempre volontario e dovrebbe promuovere, fra l'altro, norme più rigorose nel settore ambientale, un ambiente commerciale più sano e maggiori capacità di esportazione (ad esempio migliorando le norme sanitarie e fitosanitarie). Per quanto riguarda la cooperazione economica nei settori dei beni e dei servizi, migliorando la normativa locale e aiutando gli operatori ad adeguarsi al nuovo quadro normativo si potrebbe ridurre l'eterogeneità dei regolamenti e le barriere non tariffarie, standardizzare le procedure doganali e agevolare gli scambi regionali e internazionali, anche con l'UE. Nel settore fiscale, tutti i PTOM interessati si sono impegnati a rispettare norme internazionali in materia di trasparenza e scambio d'informazioni, la cui rapida attuazione è essenziale per ottenere pari condizioni di concorrenza in tale settore e un buon funzionamento dei sistemi fiscali[10]. I PTOM che migliorano la loro legislazione potrebbero anche fungere da 'esempi' nelle loro regioni, contribuendo così, nel quadro di un partenariato più basato sulla reciprocità, a promuovere i valori e le norme dell'UE. Va comunque sottolineato che l'adozione volontaria delle norme e degli standard comunitari in un determinato settore politico non comporta affatto l'applicazione a un PTOM della relativa politica comunitaria. Inoltre, tale adozione non dovrebbe ostacolare lo sviluppo dell'integrazione regionale, se previsto dalla politica del PTOM. Anche se la futura associazione non dovrebbe prevedere la diretta applicabilità ai PTOM delle politiche comunitarie, occorre chiedersi come un PTOM che ha volontariamente adottato l' acquis comunitario in un certo settore possa in qualche modo essere maggiormente coinvolto nel dialogo sullo sviluppo della relativa politica comunitaria, fatto salvo il ruolo degli Stati membri nel processo decisionale. La futura associazione potrebbe comprendere meccanismi di dialogo politico basati sui principi e sulle pratiche che guidano la relazione trilaterale tra la Comunità, i PTOM e gli Stati membri ad essi legati, nonché sui rapporti tra i PTOM e gli Stati membri ad essi legati. 3.2.3. Ambiente e catastrofi Uno degli obiettivi della politica comunitaria in materia di ambiente è la promozione, sul piano internazionale, di misure destinate a risolvere i problemi dell'ambiente di livello regionale o mondiale. Tale politica riconosce già l'importanza strategica dei PTOM, che sono inseriti in piani d'azione sulla protezione della biodiversità e sul cambiamento climatico. Ma i PTOM offrono anche un grande potenziale per migliorare le conoscenze scientifiche sul piano mondiale in materia di biodiversità e di ambiente e risorse marittimi. Tenendo conto delle risposte fornite al Libro verde e del messaggio lanciato dall'Isola della Riunione[11], la Commissione intende esaminare, in partenariato con i PTOM e gli Stati membri a cui sono legati e coinvolgendo anche la società civile, proposte per aiutare i PTOM a intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile (rendendo l’economia più 'ecocompatibile') e ad applicare misure ambientali (adattamento al cambiamento climatico, reti di aree protette, valutazioni ambientali, gestione dei rifiuti ed energie rinnovabili). La riduzione del rischio di catastrofi è un'altra delle priorità che non possono essere affrontate dai singoli PTOM in modo isolato e alle quali si può rispondere in modo molto più efficace a livello regionale o a un livello ancora più ampio. A prescindere dalla decisione, da parte degli Stati membri interessati, di includere i PTOM in piani regionali o internazionali, l'UE dovrebbe aiutare i PTOM ad essere presi in considerazione dalle organizzazioni regionali competenti o nell'ambito di strategie regionali o mondiali in questo settore. Il sostegno apportato dall'UE per la riduzione del rischio di catastrofi nei PTOM[12] non solo si basa sulla solidarietà con questi ultimi, ma permette anche all'UE di beneficiare dell'esperienza acquisita dai PTOM per migliorare la riduzione del rischio di catastrofi all'interno dell'UE o nei paesi in via di sviluppo. 3.2.4. Legami con il mondo esterno Il relativo isolamento costituisce senza dubbio un problema molto grave per la maggior parte dei PTOM, se non per tutti. L'interconnessione è comunque essenziale per potenziare lo sviluppo economico e per consolidare la competitività tramite la cooperazione con altri partner nelle regioni dei PTOM o nell'UE. Una delle priorità della futura associazione dovrebbe pertanto essere quella di incoraggiare i PTOM, in particolare i più isolati, ad affrontare questioni di accessibilità ed a sviluppare tecnologie di informazione e comunicazione. Una volta migliorato l'accesso ai PTOM, occorrerà studiare i mezzi per stimolare l'uso delle nuove infrastrutture di interconnessione, evitando peraltro di creare sistemi artificiali. A tale proposito, la Commissione intende anche esaminare come i PTOM possano sviluppare e/o promuovere l'uso dei loro porti marittimi e aeroporti e delle loro infrastrutture di trasbordo e deposito, con mezzi diversi dalla procedura di trasbordo prevista all'articolo 36 dell'attuale decisione sull'associazione d'oltremare, la cui validità non è dimostrata. Ovviamente, migliorare l'accesso ai PTOM è vitale anche per stimolare la loro cooperazione con i paesi vicini, con l'UE (comprese le regioni ultraperiferiche) e con gli altri partner interessati. Oltre ad aiutarli a trovare soluzioni a difficoltà comuni, ciò permetterebbe loro di affermarsi in quanto avamposti strategici dell'UE. Da questo punto di vista, la cooperazione delle comunità imprenditoriali è particolarmente preziosa per il trasferimento delle tecnologie, ad esempio nei settori del turismo, delle energie rinnovabili o dell'acquacoltura. 3.2.5. Cooperazione economica e commerciale Le future disposizioni sulla cooperazione commerciale ed economica con i PTOM dovrebbero mantenere le preferenze tariffarie non reciproche attualmente concesse ai PTOM. Ciò non dovrebbe tuttavia pregiudicare le eventuali revisioni necessarie, ad esempio per quanto riguarda la procedura di trasbordo, le norme di origine e il cumulo, l'aggiunta di una disposizione sull'applicazione delle preferenze tariffarie in caso di frodi o irregolarità[13], o le conseguenze dell'eventuale scelta da parte di un PTOM (sostenuto dallo Stato membro ad esso legato) di inserirsi nei regimi preferenziali speciali tra la Comunità e altri partner nella regione a cui esso appartiene, come gli APE[14]. Quest'ultima scelta renderebbe reciproca la relazione commerciale tra tale PTOM e la Comunità. Dato che l'ambiente commerciale dei PTOM e la loro posizione privilegiata nella politica commerciale dell'UE stanno cambiando in seguito alla liberalizzazione multilaterale e all'applicazione degli APE nelle regioni ACP, la Commissione ritiene importante l'integrazione dei PTOM nei mercati regionali e mondiali, come complemento di altre iniziative volte a promuovere la loro competitività e ridurre la loro vulnerabilità. Di conseguenza, i PTOM situati in regioni ACP sono stati invitati a specificare la loro posizione nei confronti degli APE. Tuttavia, una completa integrazione regionale con i paesi ACP dev'essere perseguita soltanto se ciascuno dei partner lo desidera. La futura associazione dovrebbe quindi essere in grado di tener conto delle differenze tra i PTOM che potrebbero derivare dalle scelte effettuate o, per i PTOM più isolati, dalla loro situazione specifica. In ogni caso i PTOM devono continuare a rispettare gli obblighi imposti ai paesi terzi in materia di scambi, in quanto non fanno parte del mercato unico. Tuttavia, la futura associazione dovrebbe aiutarli a conformarsi a tali obblighi, incentivandoli e assistendoli nel miglioramento delle norme interne. La Commissione è inoltre favorevole all'aggiornamento delle norme di origine per i PTOM. Tenendo conto del processo di riforma in corso e dell'importanza della semplificazione, della trasparenza e della gestibilità, tale aggiornamento potrebbe dar luogo a una serie di norme di origine specifiche per i PTOM, che in linea di massima si applicherebbero a tutti i PTOM. Alcuni PTOM potrebbero tuttavia preferire applicare le norme già in vigore per gli scambi tra i loro vicini ACP e l'UE, per mantenere la possibilità di un'origine cumulativa PTOM-ACP nella loro regione. 4. Conclusione La Commissione è favorevole a una modifica significativa dell'impostazione seguita per l'associazione dei PTOM con l'UE, che dovrebbe riflettere la specificità della relazione fra PTOM e UE: anche se i PTOM non fanno parte dell'UE, infatti, le due parti sono profondamente legate. Il partenariato dovrebbe quindi basarsi sui mutui interessi, sulla reciprocità e su diritti e obblighi reciproci. In tale contesto, la solidarietà dell'UE nei confronti dei PTOM dovrebbe mirare a favorirne lo sviluppo sostenibile, rafforzandone la competitività e riducendone la vulnerabilità, e da parte loro i PTOM dovrebbero promuovere i valori europei. Per contribuire a elaborare una nuova strategia dell'UE nei confronti dei PTOM, la Commissione, prima di formulare una proposta per una nuova decisione sull'associazione d'oltremare, intende approfondire in particolare le seguenti questioni: - le principali sfide e opportunità di ogni PTOM nel suo ambiente regionale, nonché i suoi vantaggi comparativi, il suo potenziale strategico e la sua attuale competitività, in vista della creazione di un ambiente favorevole alla cooperazione commerciale e allo sviluppo di capacità; - il grado di convergenza tra la normativa in vigore in ciascuno dei PTOM e l' acquis comunitario nei pertinenti settori politici; - possibili modi per migliorare l'accesso ai PTOM, in particolare grazie alle tecnologie di informazione e comunicazione (TIC); - incidenza e prospettive dell'integrazione regionale e della globalizzazione per i PTOM; - promozione di una più stretta cooperazione sull'ambiente, tra l'altro per quanto riguarda il cambiamento climatico e la biodiversità, nonché la riduzione del rischio di catastrofi nei PTOM; - l'effettiva esigenza di aiuti allo sviluppo; - la possibilità di introdurre norme di origine specifiche per i PTOM; - i possibili meccanismi di finanziamento. L'obiettivo è proseguire e intensificare la riflessione nel corso del 2010 e del 2011, in partenariato con i PTOM e gli Stati membri ad essi legati, per poter elaborare prima della fine del 2013 concrete proposte legislative volte a modificare l'attuale associazione. [1] I paesi e territori in questione sono elencati nell'allegato II del trattato CE. Tuttavia, il regime di associazione non è mai stato applicato alle Bermude per soddisfare la richiesta dello stesso governo delle Bermude. [2] Decisione 2001/822/CE del Consiglio, del 27 novembre 2001 (GU L 314 del 30.11.2001, pag. 1), modificata da ultimo dalla decisione 2007/249/CE (GU L 109 del 26.4.2007, pag. 33). [3] COM(2008) 383 definitivo. [4] http://ec.europa.eu/development/how/consultation/index.cfm?action=viewcons&id=3841 [5] http://ec.europa.eu/development/geographical/regionscountries/regionscountriesocts_en.cfm [6] http://ec.europa.eu/development/geographical/regionscountries/regionscountriesoctsforum_en.cfm [7] Fatte salve le specificità di ogni contributo, che non sono analizzate singolarmente nella presente comunicazione. [8] Ai sensi dell'articolo 17 del trattato CE, è cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. Di fatto tutti i cittadini della Groenlandia e dei PTOM francesi e olandesi hanno automaticamente anche la nazionalità degli Stati membri a cui tali PTOM sono legati e sono pertanto cittadini dell'UE. Dal 21 maggio 2002 i cittadini di tutti i PTOM britannici sono anche cittadini britannici, ma possono rinunciarvi e rimanere esclusivamente cittadini dei territori d’oltremare britannici. [9] Si tratta di Anguilla, Mayotte, Montserrat, Sant'Elena, Turks e Caicos, Wallis e Futuna. [10] Si veda la comunicazione della Commissione del 28 aprile 2009 "Promozione della buona governance in materia fiscale" (COM(2009) 201 definitivo). [11] In occasione della conferenza dal titolo "The European Union and its Overseas Entities: Strategies to counter Climate Change and Biodiversity Loss" (L'Unione europea e i suoi territori d'oltremare: strategie di lotta contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità), svoltasi alla Riunione dal 7 all'11 luglio 2008 sotto gli auspici della Presidenza francese dell'UE. [12] Si veda la "Strategia dell’UE a sostegno della riduzione del rischio di catastrofi nei paesi in via di sviluppo" (COM(2009) 84 definitivo), che riguarda anche i PTOM. [13] Come nel sistema delle preferenze tariffarie generalizzate (SPG) e negli APE. [14] L'APE CARIFORUM-UE permette già di inserire i PTOM nell'ambito di applicazione dell'accordo. Su richiesta di un PTOM e dello Stato membro ad esso legato, la Commissione potrebbe inserire tale PTOM in un APE.